Crescono solo le indennità di disoccupazione

Prima ci avevano detto che nel 2013 ci sarebbe stata un po’ di ripresa, adesso pare che nemmeno l’anno appena entrato sia quello buono.  Senza voler entrare nel dettaglio delle politiche adottate dal Governo Monti, cui va il merito di aver parato l’emergenza e ridato all’Italia un po’ di prestigio internazionale,  è però evidente che  sul fronte interno il rigore e l’aumento continuo delle tasse (adesso anche la nuova Tares), che tra l’altro non stanno fermano la corsa del debito pubblico, deprime non solo il potere d’acquisto degli italiani, ma anche l’occupazione (perché senza consumi le aziende non producono).

Ne abbiamo una riprova anche in provincia di Rimini dove la cassa integrazione va per la cifra  record di 10 milioni di ore, che sono il triplo del 2009, e i disoccupati, comprendendo anche gli scoraggiati, cioè le persone che hanno smesso di cercare lavoro tanto non pensano di trovarlo, e gli equivalenti in cassa integrazione, sono più di 18 mila, che corrisponde ad un tasso di sottoutilizzo delle risorse umane del 12 per cento, quattro punti sopra la media dell’Emilia Romagna.

E forse non sono nemmeno tutti i senza lavoro,  perché facendo la somma delle domande di disoccupazione ordinaria e con requisiti ridotti, prevalentemente lavoratori stagionali, che nel 2012 sono cresciute del 15 per cento (il dato si ferma a settembre e non è ancora definitivo), siamo già a 25 mila persone che percepiscono questa indennità.   Dato che gli occupati in provincia  sono 134 mila (2011) vuol dire una cosa molto semplice: che c’è un disoccupato per ogni cinque persone che sono al lavoro.  Un risultato che dovrebbe preoccupare.