Consumo del suolo e abitazioni vuote

Non tutti lo ricorderanno, ma stando all’ultimo censimento delle abitazioni del 2011, in provincia di Rimini sono risultate 40 mila abitazioni non occupate, che sono praticamente vuote, se non tutto l’anno (molte sono residenze turistiche), per buona parte del tempo. Sempre facendo fede ai censimenti, dal 1971 al 2011 le abitazioni non occupate da residenti sono salite dal 14 al 24 per cento del totale.  Uno stock non proprio piccolo. Ciononostante i prezzi delle abitazioni continuano a  rimanere i più cari dell’Emilia Romagna (2.640€/m2 nel comune di Rimini, a fronte di 2.070€/m2 della media regionale, secondo le ultime quotazioni (Osservatorio Casa.it).

Non ci vuole molto per comprendere che tante abitazioni vuote, in edifici magari semideserti, comportano un consumo di suolo  poco efficiente. Praticamente uno spreco, per giunta di una risorsa scarsa.  Anche se va riconosciuto che il suolo non se ne va solo per gli edifici, ma anche per fare strade, infrastrutture e ogni opera che comporti una impermeabilizzazione.

Alla luce di questi numeri, continuare a voler costruire praticamente non ha molto senso, mentre sarebbe più opportuno e utile  ristrutturare e mettere in sicurezza il grosso del patrimonio immobiliare esistente edificato, nel dopoguerra,  in assenza delle più elementari norme di sicurezza (tre quarti dei nostri edifici sono stati costruiti senza nessuna prevenzione antisismica perché le norme sono entrate in vigore solo nel 1983).

Secondo l’ultimo rapporto ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) 2016 sul consumo nazionale di suolo, in provincia di Rimini se n’è andato circa il 13 per cento del territorio, che rappresenta la percentuale regionale più alta, seguita da vicino  solo da Reggio Emilia (12,1%), Modena (11,5%) e Ravenna (10,2%), mentre sono più indietro tutte le altre province regionali.

Queste percentuali, che rappresentano la media provinciale,  possono però nascondere realtà comunali molto diverse.  Per esempio,  il Comune di Rimini già nel 2007 aveva impermeabilizzato il 23 per cento del proprio territorio: dopo Bologna (36%), la percentuale regionale più elevata.

In Europa, l’Italia è tra i paesi a maggiore consumo di suolo ( 7% del totale),  superato solo da Germania (7,2%), Lussemburgo (10,1%), Belgio (12,1%)  e Olanda (12,2%).

L’unico dato positivo, per la provincia di Rimini, è dato dall’arresto del consumo del suolo: solo un più 0,3 per cento negli ultimi tre anni, risultando tra gli incrementi più bassi registrati in Emilia Romagna e  in Italia.

Ovviamente è lungo la Costa dove si è costruito di più. Scrive il Rapporto citato che “Tra le regioni con valori più alti entro i 300 metri dalla linea della Costa si evidenziano Marche e Liguria con oltre il 45 per cento del suolo consumato, Abruzzo, Campania, Emilia Romagna (che ha 130 km di costa) e Lazio con valori compresi tra il 30 e il 40 per cento”.  La Costa riminese rientra in quest’ultimo gruppo. Tra l’altro una costa, quella regionale, dove i fenomeni di arretramento (erosione) superano quelli di avanzamento, mettendo a rischio diversi tratti di spiaggia.

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