Comuni digitali e PNRR

di Simone Santini

Prosegue il viaggio tra i comuni dell’entroterra riminese per approfondirne i progressi nel percorso di transizione digitale, auspicato e fortemente incentivato anche in ottica PNRR, il Piano di finanziamenti europei previsto per sostenere le economie dei Paesi UE provate dall’emergenza pandemica (e che ha proprio nella digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni uno degli obiettivi principali). Nello specifico, si conclude l’approfondimento per quanto riguarda i comuni dell’Alta Valmarecchia, interessanti da questo punto di vista: un processo di generale digitalizzazione, infatti, non è scontato nel territorio più “profondo”, meno improntato al turismo di massa e, di conseguenza, meno incentivato ad essere aggiornato sulle più moderne possibilità tecnologiche. Non solo: maggiori strumenti digitali possono rappresentare un aiuto prezioso per arginare il processo di spopolamento che caratterizza la storia recente dell’entroterra di Rimini.

Una Valle… digitale?

Patrizia Masi, che tra i vari incarichi ricopre anche quello di responsabile della transizione digitale del Comune di Novafeltria, spiega a che punto è il percorso dell’ente. “Abbiamo partecipato a tutte le misure previste dal PNRR per la transizione digitale delle pubbliche amministrazioni. E, nello specifico, al momento ci sono state finanziate tutte tranne una, dedicata alla digitalizzazione degli avvisi pubblici e delle notifiche. Ora siamo nella fase istruttoria, ossia la fase in cui le domande che abbiamo inoltrato sono state ammesse al finanziamento ma possono ancora essere revocate, qualora non fossimo in grado di porre in essere tutti gli step previsti per la transizione digitale. Si tratta dei finanziamenti indirizzati alla digitalizzazione dei servizi al cittadino, come il sistema PagoPa, la piattaforma che consente di effettuare pagamenti in favore della pubblica amministrazione e dei gestori di pubblici servizi in Italia in modo digitale e la app Io, che integra tutti i servizi pubblici e consente al cittadino di interagire in modo agile con le P.A. attraverso il proprio cellulare. A questo, inoltre, si aggiunge la nostra ammissione ai finanziamenti previsti per la migrazione dei sistemi e dei dati del Comune al cloud. Infine, abbiamo avuto accesso anche alle misure dedicate all’identità digitale: SPID e Carta d’Identità Elettronica (CIE). Ma, come detto, – conclude Masi – siamo ancora in fase istruttoria, in cui si identifica l’ambito per il quale si chiede finanziamento. Gli interventi concreti andranno eseguiti assieme al gestore, che ancora non abbiamo individuato”.

Sostanzialmente nella stessa situazione il Comune di Talamello. “Anche noi ci siamo rivolti ai bandi PNRR per la ‘PA digitale 2026’. – spiega Gabriele Giacomini, responsabile della transizione digitale dell’ente – Bandi dedicati ai servizi digitali al cittadino, sia dal punto di vista dei pagamenti verso le pubbliche amministrazioni (PagoPa e app IO) sia da quello dell’identità digitale (SPID e CIE). E, attualmente, siamo nella fase embrionale, in cui c’è stata l’assegnazione dei finanziamenti, a cui seguirà quella dell’individuazione del gestore, per sviluppare i progetti e gli strumenti finanziati e quella della rendicontazione”.

E San Leo?

Il Comune di San Leo è attivo su diversi fronti legati alla digitalizzazione. – illustra la situazione il sindaco Leonardo Bindi (che ha nominato come responsabile della transizione digitale il ragionier Massimiliano Reali) –Da una parte, infatti, abbiamo partecipato (e in tre casi su quattro abbiamo avuto accesso) ai finanziamenti del PNRR legati alla digitalizzazione dei servizi al cittadino (i già citati PagoPa, app IO, SPID e CIE, che caratterizzano un po’ tutti i Comuni dell’entroterra riminese, ndr) e alla migrazione dei dati al cloud, tutte misure finalizzate a migliorare e agevolare i nostri cittadini nel rapportarsi con l’ente pubblico, dal punto di vista dei pagamenti, della sicurezza e dell’accessibilità. Ma non solo”. Cos’altro è stato fatto? “In una fase precedente – aggiunge il sindaco – è stato avviato un progetto per la realizzazione delle infrastrutture di fibra ottica a banda ultralarga nelle cosiddette aree bianche del nostro territorio, ossia quelle in cui c’è il fallimento di mercato degli operatori telefonici privati (nelle quali si trova anche San Leo). Progetto avviato con OpenFiber, ma oggi non ancora concluso: al momento siamo al 60% e, purtroppo, siamo di gran lunga in ritardo rispetto alle tempistiche che erano state indicate all’inizio. Ed è un problema, perché si tratta di un’infrastruttura che permetterebbe di eliminare un divario digitale presente in queste aree da una ventina d’anni”. Non ci sono ulteriori indicazioni sulle tempistiche di completamento del progetto? “Al momento si parla di ricominciare a breve i lavori, in modo da concluderli il prossimo anno. Ce lo auspichiamo”.