Il clima di Rimini

In vista della Conferenza delle Nazioni Unite sul clima di Copenhagen, fissata per 7-18 dicembre 2009, è utile guardarsi intorno, perché le cose non miglioreranno se ciascuno non si deciderà a fare la sua parte. L’idea che gli altri devono fare ma noi possiamo stare a guardare non funziona.

Il clima è una realtà che interessa tutti, ricchi e poveri, nord e sud, i rivieraschi, per il rischio di innalzamento del livello del mare, forse più di chi vive in collina o in montagna. Dal 1850, la temperatura media globale è aumentata di 0,76 °C e gran parte del riscaldamento si è verificato negli ultimi 50 anni, principalmente a causa delle attività umane, in primo luogo per l’uso di combustibili fossili (petrolio, carbone, gas, ecc.) utilizzati per ricavare energia, con il relativo rilascio in atmosfera di gas ad affetto serra (si dice così perchè come in una serra, il gas rilasciato nell’atmosfera impedisce al calore della terra di disperdersi), prima tra tutti l’anidride carbonica (CO2). Si tenga presente che del gas utilizzato nella abitazioni, la cui combustione contribuisce a generare emissioni, il 70% è impiegato per il riscaldamento e il 14% per avere l’acqua calda.

Come conseguenza del cambiamento di clima del pianeta gli eventi atmosferici estremi (tempeste, alluvioni, siccità e ondate di calore) sono diventati più frequenti e più acuti. I ghiacciai europei hanno perso due terzi della propria massa dal 1850 e la tendenza sta accelerando. Il 90% delle catastrofi naturali avvenute in Europa dal 1980 è stato provocato dal tempo e dal clima, ed un ulteriore aumento di 1,2 °C della temperatura potrebbe provocare mutamenti ambientali irreversibili su larga scala e potenzialmente catastrofici.

Le emissioni locali

Nel 2005, l’emissione di gas serra della provincia di Rimini, secondo l’ultimo Rapporto sullo stato dell’ambiente, è stata di 2,255 milioni di tonnellate equivalenti di anidride carbonica, prevalentemente originata da trasporti, energia e riscaldamento. All’incirca 8 mila kg/anno per abitante, poco meno del dato nazionale. Questo in media, sapendo però che il Rimini emette 14 mila kg per abitante, Riccione 29 mila kg, Cattolica 38 mila kg e Torriana “solo” 840 kg . Se il principio è “chi inquina paga” è evidente che qualcuno deve fare di più, i residenti ma anche per i tanti turisti che affollano la Riviera.

La risposta dell’Europa

L’Europa si è impegnata a ridurre le sue emissioni totali di gas a effetto serra di almeno il 20%, rispetto ai livelli del 1990, entro il 2020, un traguardo che sarà elevato al 30% se altri paesi industrializzati si assumeranno impegni analoghi.

Per raggiungere tale livello di riduzione, sono stati fissati altri obiettivi: incrementare l’efficienza energetica del 20%, portare la quota di energia rinnovabile a una media del 20% sul totale dei consumi in tutta l’UE e aumentare al 10% la presenza di biocombustibili nei carburanti da trasporto, il tutto entro il 2020.