Cereria Terenzi: ceri e non solo

Certo  nell’epoca del web, wi-fi, hotspot, apps e via elencando, solo sentir parlare di cereria, cioè di lavorazione della cera, che molti associano alle candeline di compleanno oppure alla  devozione per qualche santo, può suscitare sorpresa, ma anche curiosità. L’oggetto appare un po’ arcaico, ma di fatto non lo è perché, come vedremo, anche i ceri cambiano, si rinnovano,  trasformano gli ambienti, migliorano l’aria e addirittura diventano oggetti di lusso con cui conquistare il mondo.   Tutto questo a partire dal polo industriale di Cattolica-San Giovanni, dove ha sede la Cereria Terenzi, oggi alla terza generazione, con Paolo Terenzi, Presidente, e Tiziana Terenzi alla Direzione marketing, ricerca e sviluppo.

Un piccolo passo indietro. La prima fabbrica di ceri viene fondata dal nonno degli attuali titolari negli anni cinquanta del secolo scorso, per il mercato  religioso e votivo (lumini, candele per le chiese, ecc.).  L’attività ha mercato, ma come spesso capita i figli hanno altre idee. Così Evelino, padre dell’ultima generazione, dopo aver appreso il mestiere decide di mettersi in proprio e cambiare genere.  Si concentra nella produzione di candeline per torte  (quelle dei compleanni) fatte con materie prime per uso alimentare, senza rischi per la salute. L’innovazione del prodotto ha successo tanto che oggi nove volte su dieci quando si soffia su una candelina questa porta il marchio Cereria Terenzi. Nella gamma dei nuovi prodotti, avendo sempre cura di scegliere materie prime di qualità e non tossiche, entrano poi le candele mangiafumo, antizanzare, d’arredamento, ecc.

La nuova fabbrica cambia anche il modo di produrre: abbandona il sistema a vapore di fusione della cera per passare ad un processo con acqua scaldata a metano, decisamente più pulito.

In questa fase il mercato, per il 97 per cento italiano, è costituito prevalentemente da due tipi di compratori: rinomati marchi, come Alberta Ferretti, Moschino e altri (quindi una produzione su commessa), e la grande distribuzione, questa volta col proprio marchio, come Conad, Coop, Iper, ecc. Poi ci sono anche i negozi specializzati, ma sono una nicchia.

Nel  duemila, complice anche la crisi del 2007, la concorrenza di prodotti cinesi e dell’Est Europa, anche se di  minore qualità, diventa fortissima. “Una guerra dei prezzi, ci dice Paolo Terenzi, che visitiamo nella sua azienda, avrebbe prodotto solo un “oceano rosso “ di sangue”, come recita una suggestiva presentazione dell’Azienda. In altri termini: una lotta per la sopravvivenza senza esclusione di colpi.

La sfida andava spostata su una frontiera più avanzata, cambiando e differenziando la produzione, dove gli altri non sarebbero arrivati, la concorrenza minore e  i margini più alti. Cambia la filosofia aziendale.  La Cereria Terenzi non vende più “solo” candele ma Home Fragrance, emozioni sensoriali, Terapia dell’Aria.  La candela della terapia dell’aria, recita la promozione, illumina, purifica, profuma, umidifica e dona benessere. Nella famiglia dei prodotti entra  anche la lampada catalitica con sistema battericida, i diffusori ad osmosi per purificare l’aria, prodotti cosmetici per il corpo e nuovi profumi.

Il marketing diventa sensoriale e le creazioni olfattive, perché il grosso degli acquisti “sono dettati e determinati dall’olfatto” dice convinto il Presidente.  Così, dal Laboratorio olfattivo della Cereria Terenzi cominciano ad uscire profumi personalizzati per alcuni grandi marchi come: Poltrona Frau, Ferragamo, Louis Vuitton, Gucci, Acqua di Parma, Versace, ecc.

Il mercato di riferimento si sposta dalla grande distribuzione nazionale a  quello del lusso, italiano e soprattutto straniero. L’export che nel 2010 raggiungeva il 3 per cento, a fine 2012  ha superato il 12 per cento del fatturato, quando  l’obiettivo di medio periodo, ci conferma il Presidente Paolo Terenzi, è  arrivare al 70-75 per cento. I nuovi profumi vengono lanciati a Londra, dove ha sede l’Agenzia di comunicazione scelta dalla Ditta.  Già presente sul mercato nord americano, europeo, asiatico e del medio oriente, sta programmando la sua espansione in Cina, Australia, Turchia, Marocco e Tunisia, per citare solo alcuni paesi.

Attualmente Cereria Terenzi fattura 7 milioni di euro e da lavoro ad un centinaio di persone, per metà dipendenti diretti, in maggioranza donne,  e il resto interinali oppure addetti in aziende collegate. Caso più unico che raro di questi tempi, ha in programma di fare dieci assunzioni, che devono essere tutti/e diplomati/e in Istituti d’Arte ed avere una buona dimestichezza con i computer. Va da se che le doti artistiche e creative sono molto apprezzate.