Case poco … popolari

di Alessandra Leardini

In un anno un solo inquilino degli oltre 2.600 alloggi gestiti da Acer in provincia di Rimini, ha dovuto lasciare la casa popolare perché non più in linea con le soglie di reddito necessarie per la permanenza. Già questo dato, in sé, la dice lunga su uno dei più grandi paradossi dell’edilizia residenziale pubblica (Erp): quella che dovrebbe essere una soluzione provvisoria ad una situazione di emergenza, diventa di fatto una sistemazione a vita. In tutti i comuni del Riminese, circa 2.500 persone con famiglie al seguito attendono di poter accedere ad una casa popolare. Ma le nuove assegnazioni si misurano col contagocce (appena 62 quelle stimate per il 2016). Con questo ritmo gli ultimi in graduatoria potranno aspirare ad un tetto tra 35-40 anni. Se basso è il limite di reddito previsto per l’accesso (17.154 euro al massimo per l’Isee, ma dovrebbe scendere a breve a 17mila euro secondo ACER), ancora troppo alto resta il limite Isee per la permanenza, di 34.308 euro.

Un tetto a vita. L’attuale scarsissimo – se non nullo – ricambio degli inquilini formato Erp è una delle tegole più pesanti. “Su questo fronte sembra che la Regione Emilia Romagna finalmente si stia muovendo” spiega il presidente provinciale di Acer Cesare Mangianti, che da anni chiede a Bologna di abbassare i limiti del reddito Isee d’uscita calcolando che con questa operazione potrebbero essere liberati circa 500 appartamenti nel Riminese. “Dagli attuali 34mila euro, il limite dovrebbe scendere tra i 22mila e i 24mila euro” è la previsione della direttrice di Acer, Alessandra Atzei. Ma c’è un altro punto su cui l’Ente chiede chiarezza. Nella delibera approvata dalla Giunta regionale e che andrà al vaglio dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia Romagna entro giugno “è riportato che la differenza di Isee tra chi ha diritto ad entrare in un alloggio Erp e chi non ha più diritto di restarvi, deve essere compresa tra il 20 e il 60 per cento aggiunge Mangianti –. Ecco, secondo me la scelta rispetto all’entità di tale forbice è bene che sia lasciata alle Conferenze degli Enti dei vari territori, magari sentendo le stesse Acer provinciali che, conoscendo meglio il proprio territorio, possono avere più elementi per valutare come tarare questa scelta, da cui dipende il turn over degli alloggi”.
Dall’altro lato, il nuovo regolamento regionale sugli alloggi Erp imporrà a tutti i comuni l’adeguamento ai suoi parametri, al fine di ottenere uniformità tra i vari comuni.

C’è un’offerta da aumentare. L’altra priorità è rappresentata dall’ampliamento del numero di alloggi, ma senza aggiungere altro cemento. La strada è quella della ristrutturazione e dal recupero dell’esistente. Le opportunità, ma anche gli scogli, non mancano. Un esempio: a San Leo quattro appartamenti grandi e di recente costruzione, di proprietà di Anas, languono inutilizzati da molto tempo. “Non si riesce, in alcun modo, a trovare un accordo affinché l’Ente statale conceda in uso tali alloggi al Comune che potrebbe, con il supporto di Acer, affittarli a nuclei familiari in difficoltà abitativa” sottolinea Mangianti. Allo stesso modo, aggiunge il presidente di Acer, a Rimini si potrebbe intervenire su alcuni alloggi pubblici nella zona Lagomaggio (tra le vie Balilla e A. Da Brescia), molto datati (fine anni ’40) e grandi. “Si potrebbero ricavare alloggi più piccoli, ma non si possono far partire le ristrutturazioni perché si trovano in condomini che comprendono anche appartamenti privati. Alla Conferenza degli Enti del 12 maggio scorso abbiamo presentato la proposta di intervento. Speriamo che la politica risponda…”.
Sempre sul fronte del recupero di alloggi in disuso, ne saranno realizzati due e ve ne sono allo studio altri tre a Santarcangelo mentre a Coriano è in programma un intervento di demolizione e ricostruzione di 4-5 appartamenti, tutti di proprietà comunale, nell’ex casa di riposo. In totale, in tutta la provincia, Acer conta di recuperare 25 alloggi anche grazie al fondo regionale di oltre un milione di euro in arrivo in provincia.
Un’altra strada è quella dell’acquisto di appartamenti all’asta da destinare alle situazioni di emergenza abitativa. Acer nel 2015 ne ha comprati tre nel capoluogo con questa procedura e già nel 2014 ne aveva acquistati 6 in Alta Valmarecchia. Restando in questo angolo di vallata, ci sono in ballo una cinquantina di alloggi pubblici che Erap (l’omologo marchigiano di Acer) intende alienare. Mangianti ha chiesto al presidente della provincia Andrea Gnassi di sollecitare la Regione affinché possa favorire una trattativa.