Burocrazia postale: altro che semplificazione !

Siamo a Rimini, Ufficio Postale di via Marecchiese. Un anziano signore vuole cambiare dei buoni fruttiferi postali del valore di poco superiore a dieci mila euro che rendono poco, con altri investimenti, sempre postali, deve si prende qualcosa in più.  Operazione tutto somma semplice. Ma non è così.  Ingresso nell’ufficio addetto alle ore 12,15 uscita alle ore 13,45.  Un’ora e mezza di pratiche, moduli da stampare, riempire,  firmare e dati da inserire nel computer. Quando poi il cliente può finalmente guadagnare l’uscita l’addetto precisa che l’operazione, per loro, non è però ancora finita, perché devono lavorare ancora  sulle carte. Tutto questo per una operazione che non richiedeva nessun trasferimento di denaro, perché tutto avveniva all’interno di uno stesso ufficio.  Un caso lampante non di funzionari svogliati, ma di un’azienda, le Poste, che mentre si apre a servizi sempre nuovi, va ancora avanti con procedure da era pre-informatica. Questo spiega, assieme ad altre gestioni simili, il ventitreesimo posto assegnato all’Italia, contro il quattordicesimo della Francia e il sedicesimo della Germania, dal Web Index (Rapporto sull’economia digitale nel mondo). L’Italia è il penultimo tra i paesi del continente europeo considerati, preceduti persino dal Cile e dal Messico.