Artigiana per la pelle

di Laura Carboni Prelati

 “Non esistono più le vecchie botteghe artigiane di una volta”. Quante volte abbiamo sentito questa frase? Il trend scivola su quei binari inevitabilmente da un po’di tempo a questa parte perché, si dice, nell’era della grande produzione in serie, il fatto a mano è a rischio estinzione. Ma una minoranza di realtà artigianali esiste e resiste; a Rimini, in Via Quagliati 46 abbiamo incontrato la Signora Anna Quadrelli, Pellettiera, che da 41 anni, esercita questo mestiere.

Una maestra pellettiera con esperienza decennale

“Lavorare la pelle mi ha sempre dato soddisfazione; la ricerca stilistica e un costante arricchimento nella manualità, sta diventando veramente raro; questo lavoro si esegue interamente a mano, quasi un fenomeno contro l’industrializzazione a tutti i costi e a 360 gradi”.

Il regno di Anna è una minuscola bottega; qui crea borse, tracolle, postine, sacche, secchielli, con prezzi che vanno da 30 a 150euro per la borsa elegante da passeggio. Nel laboratorio gli scaffali sono stracolmi di materiale pregiato in pelle, un tripudio di colori allineato e in sequenza cromatica.“La mia bottega è tutta qui: ho una scarnitrice(serve per assottigliare la pelle)la morsa, due macchine per cucire la pelle(una piana-una a braccio)un torchio, ripiani da lavoro e oggetti del mestiere (un antico punteruolo,un martellino dalla foggia antica).Questi strumenti, oggi sono introvabili;sono speciali, non ne fanno più così e me li tengo cari”.Alcune borse in vari formati e colori rubano lo sguardo per linea e originalità; c’è qualche modello in tessuto (gobelin) e jeans oltre le pochette da cerimonia in raso o seta”.

Modelli unici e tutto lo charme del Made in Italy

Le borse di Anna vengono personalizzate per modello, nuance di colore, qualità, rifiniture; ogni pezzo che esce da questa bottega è unico.

-Lei crea un modello per ogni cliente,ma come nasce una borsetta?-“Mi confronto con la committente, poi faccio le sagome, quindi passo al posizionamento dei modelli sulla pelle, taglio sulla tracciatura del perimetro e dei fori. Faccio una borsa alla volta, con esclusività garantita”.

Anna si avvicina ad una mensola dove, visibili dalle scatole trasparenti, vi sono fibbie di ogni sorta, rivetti, calamite, borchie dorate, brunite, argentate di diverse misure.”Stanno diventando introvabili;il buon prodotto italiano, ormai surclassato dalla globalizzazione cinese, è raro trovarlo; per fortuna a S.Mauro sopravvive ancora qualche azienda. Lì acquisto fibbie, buone cerniere e altre minuterie metalliche per pelletteria,a Rimini molte aziende hanno chiuso”-Perché?-“La merce che vendevano,anche se di qualità, era troppo cara,non competitiva sul mercato. Per questo le aziende Italiane chiudono, la gente predilige il prodotto poco caro, che si cambia spesso” 1098

Una manualità precoce, per tutta una vita                                      

Da quanto tempo svolge questa attività?-“Ho iniziato a 14 anni, appena finite le medie. Adesso ho 56 anni,da 41 anni sono pellettiera; è stata la passione di tutta una vita”.

-Quando è nata“l’artigiana”?-“Prestissimo. Da bambina imparavo subito, capivo i procedimenti di varie tecniche, non avrei mai pensato di imparare tanti diversi modi di esprimere la mia creatività. Vivevo in campagna, a S. Lorenzo a Monte;lì ero felice, e lo ero ancor più quando mia nonna Rosa(paterna)mi insegnava a sferruzzare, a cucire, a preparare da mangiare, assieme a mia cugina.Era una una famiglia patriarcale; c’era molto da fare ed era bellissimo quando la nonna  insegnava, a me e mia cugina,ad impastare 15-18  uova per la sfoglia,oltre a preparare pranzo, cena e tanto altro. Iniziai con la curiosità di una bambina. La sera, quando si riuniva la famiglia con nonni, zii e zie, genitori, cugini, eravamo in 18. Si passava il tempo senza oziare, si eseguivano, sotto l’occhio vigile della nonna, dei lavoretti squisitamente manuali; si cuciva, lavorava ai ferri, ricamava, rammendava.

Le prime cose le ho fatte sotto la sua guida attenta;ero predisposta ad imparare. Avevo capito che la manualità derivava da un pensiero, un’idea, e io sentivo il bisogno di comunicare questo pensiero, che andavo a sviluppare con le mie mani”

-Ha studiato?-“La materia preferita alle medie era applicazioni tecniche; imparai i piccoli segreti per destreggiarmi coi vari materiali. Dopo aver conseguito la licenza media, mio fratello Alfio mi segnalò che c’era il laboratorio di pelletteria Bartolucci che cercava lavoranti. Andai subito e fu un’esperienza importantissima. Fu bello imparare, mi sentivo come in famiglia; i titolari mi volevano bene, mi trattavano con rispetto. Fin dai primi giorni la signora Cesarina mi insegnò a fare i modelli, a tagliare, a fare le cuciture; non feci un lungo apprendistato, mi misero quasi subito alle confezioni, a far borse. Lei era una modellista, una che creava forme, assemblava materiali, approntava soluzioni innovative, di volta in volta cercava diversità, non si limitava a riprodurre sempre lo stesso modello, magari in vari colori o sfumature di toni; Cesarina sapeva il mestiere, era fantastico starla a guardare mentre disegnava forme nuove, aggiungeva particolari, inseriva dettagli di stile, creava modelli di grande bellezza, ed io, ogni giorno, stando a stretto contatto, assorbivo tutto quanto in un grande libro che, nella mia mente, si riempiva di nuove pagine scritte con la sua esperienza e la mia grande voglia di imparare”. 2554

E’ di moda il Vintage? E Anna ”ricicla”la tua gonna in crosta                                                

-Cosa confezionavano negli anni ‘70?-“L’attività prevalente era confezionare borse, borsette,cinture, borse da viaggio, borsoni e gonne in crosta(lavorazione a pannellini) che furono la prima cosa che mi insegnò Cesarina.

Incollavo, nel lato lungo, i pannelli che, messi uno a fianco all’altro, andavano a formare la gonna”. Alcune clienti oggi riciclano questo capo trasformandolo, grazie ai consigli di Anna, in una borsetta dal sapore vintage.”Le cose in voga, anni ’70-’80, le giovani se le contendono, quando sono autentiche!L’idea di far rivivere, di riusare, un capo valido come materiale, ma superato nelle linee, è da sempre nella mia mentalità, proprio dal riciclo si capisce la creatività di un vero artigiano!” ?

-Ma riciclare cose vecchie offre lavoro?Quali lavori esegue?-“Molte signore che non si permettono più la borsa nuova,vengono per le riparazioni per recuperare,  riciclare, rinnovare, ringiovanire, ridare vita alle cose vecchie. Questa di Luis Vuitton è una borsa carissima, mi hanno chiesto di sostituire i vecchi manici, un po’ rovinati, con nuovi dello stesso colore;automaticamente la borsa diventa nuova…con una piccola spesa!”

Chi erediterà il mestiere?

-Lei è prossima al pensionamento. Qualcuno proseguirà questa attività?E’ riuscita ad insegnare il mestiere?-“No. Negli ultimi 3-4 anni ho riscontrato maggior interesse, prima no: mi dicevano ah, molto bello il suo lavoro, mi piacerebbe, ma ci si sporca, è difficile, non c’è un orario, potrei cucirmi un dito…Ci sono macchinari, come la scarnitrice,(che assottiglia della metà la pelle) che fanno un’ottimo lavoro, ma occorre giudizio per usarle.A volte sembra che qualche giovane donna abbastanza motivata voglia imparare per avviare un’attività, ma si scoraggiano presto, altre non hanno idee chiare. E’un lavoro faticoso, senza orari e occorrono anni per imparare.Vengono, danno un’occhiata, parlano con me, poi dicono”mah,credevo fosse diverso!”

-C’è stato qualcuno che, per imparare, è rimasto qualche giorno?-“No. Mi hanno detto: posso stare a vedere? Poi, dopo 1 ora, due al massimo, sono andate via”.

Concept moderno, linee dinamiche, forme senza tempo

-Trova che in questo periodo storico ci sia più creatività?La crisi, a volte, esalta certe caratteristiche creative oppure, la passione creativa, l’entusiasmo trova si sia spento, appannato, offuscato?-“La crisi ti dà lo scatto del centometrista vicino al traguardo, è una molla, una spinta verso la creatività, verso un qualcosa di straordinario che deve stupire, attirare l’attenzione. Le persone che vengono da me usano una parte di un vecchio jeans per la borsetta, l’altra per ricavarne una gonna o ne fanno oggetti gradevoli, originali. La crisi aguzza l’ingegno e il riciclo consente a me di lavorare e alla Natura di salvaguardare l’ambiente dai rifiuti senza portarli a smaltire”.

Alcuni modelli sono allineati sulle mensole; bustine dalle forme essenziali, da cerimonia, pellami pregiati, nappe morbidissime, inserti geometrici in contrasto di colore-Sono sempre attuali certi modelli?-“La Kelly da Grace, la Jackie per la moglie di Kennedy, la D(Dior) per Lady Diana, alcune clienti ancora le richiedono!”

Il materiale di pregio, le rifiniture

-Dove acquista la pelle?-“Da Valeriani, un ingrosso di pellame di qualità italiana (una delle migliori al mondo) o a San Mauro Pascoli”

-Cosa ne pensa delle grandi firme che, per 2500€, vendono una borsa di plastica?-“Amo il materiale vivo, la vera pelle è un materiale che dà soddisfazione anche nel lavorarlo oltre che nell’indossarlo; veste, conferisce eleganza, non spenderei mai tanti soldi in una borsa di plastica, oggi,con certe cifre, bisogna pretendere di più, oltre la griffe (lo status symbol) serve la sostanza perché “Il prodotto artigianale è un fatto d’amore, in esso si esprime l’anima di un popolo e la sua cultura”