All’Inps pagamenti al rallentatore

di Alessandra Leardini

 Il Rapporto economico della Camera di Commercio ha fornito un quadro piuttosto scuro dello stato di salute delle aziende della provincia di Rimini. Ma una fotografia ancora più preoccupante è quella che ha riportato il direttore della sede provinciale dell’Inps Alessandro Romano, ospite della puntata di TRE (Icaro Tv) dedicata al Rapporto, insieme al segretario della Cisl di Rimini Massimo Fossati, al presidente di CNA Renato Ioli e al direttore del mensile TRE Primo Silvestri.

Direttore, qual è l’osservatorio dell’Inps provinciale rispetto all’utilizzo degli ammortizzatori sociali nel territorio riminese?

“Rispetto alla cassa integrazione in questi primi mesi del 2012 stiamo registrando alcune particolarità significative., che vanno al di là dell’incremento. Aumenta il ricorso da parte delle imprese del pagamento degli ammortizzatori sociali da parte dell’Inps che ci dimostra una crescente difficoltà finanziaria. A tutt’oggi sono una cinquantina le imprese che dimostrano con conti correnti o revoche di fidi, di non essere in grado di far fronte a questi pagamenti”.

Altro elemento da tenere presente, la differenza tra le ore di cassa integrazione autorizzate, che poi è il numero che risulta nelle statistiche ufficiali, e quelle effettivamente fruite dalle imprese.

“Il calo delle ore riscontrato nel 2011, che il Rapporto della Camera di Commercio rileva e che si riferisce alle ore autorizzate dall’Inps, non vuol dire necessariamente che ci sia stata una minore fruizione. Ultimamente si stanno presentando richieste di 13 settimane per mancanza di commesse in edilizia, cosa che fino a qualche tempo fa era impensabile. Quindi anche settori che fino al 2010, inizio 2011, sembravano protetti, oggi mostrano crescenti segnali di sofferenza”.

Quali sono gli altri segnali che l’Inps riscontra rispetto al perdurare della crisi economica?

“La dilazione dei pagamenti burocratici da parte delle imprese. Riguardo alla possibilità di far fronte ai debiti previdenziali dilazionando in rate il precedente debito, si registra un fenomeno in crescita. Richieste di questo tipo, se nel 2010 hanno interessato 500 imprese in provincia, nel 2011 sono state avanzate da 547 attività. E solo in questa prima parte del 2012 il numero è di circa 300 richieste. Una boccata d’ossigeno per le imprese ma fino ad un certo punto”.

Quali sono i rischi?

“Se la prima richiesta viene rilasciata con una certa facilità, per le altre, se ci sono irregolarità, bisogna far fronte ad una fideiussione o comunque bisogna dimostrare di essere in regola con i versamenti correnti. La preoccupazione che ho personalmente è che queste imprese non riescano a far fronte alla dilazione né al pagamento con regolarità dei contributi. La dilazione è importante perché se io non ho pagato i contributi ma effettuo la dilazione posso ottenere il Durc (Documento unico regolarità contributiva), necessario per continuare a lavorare. Nel momento in cui non ci sarà questa possibilità avremo imprese che non potranno più andare avanti”.

Altro dato preoccupante, quello relativo ai contributi insoluti.

“Abbiamo riscontrato un incremento dal 2010 al 2011 delle insolvenze totali da parte di imprese che non hanno pagato nulla, né delle quote a carico dei datori di lavoro né di quelle a carico dei lavoratori. Non pagare queste ultime è un reato. Quando l’impresa arriva a non pagare nemmeno quella parte vuol dire che non ne ha proprio la possibilità perché altrimenti pagherebbe almeno la parte del lavoratore e l’insoluto sarebbe parziale”.