21SHOES: da Santarcangelo, il mondo in una scarpa

di Simone Santini

In tempo di pandemia, Internet è diventata ancora più centrale nelle nostre vite.  Non solo da un punto di vista delle comunicazioni o dei rapporti interpersonali, ma anche (o soprattutto) sotto il profilo economico: il commercio elettronico, il cosiddetto e-commerce, nell’epoca del Covid-19 diventa uno dei canali principali degli scambi commerciali, piccoli o grandi che siano. E così, c’è chi in fretta e furia si è dovuto riorganizzare, convertire (dove possibile) la propria attività dandole una veste “virtuale” e chi, invece, su questo tipo di commercio aveva già deciso di investire da tempo. Rimini non è da meno, soprattutto tra i giovani.

Esempio lampante in questo senso è 21shoes: sito di e-commerce specializzato nella vendita di scarpe alla moda, pensato, realizzato e gestito da due giovani fratelli di Santarcangelo, Francesco e Stefania Antimi. Con una precisa particolarità: sul sito (www.21shoes.net) non è solo possibile acquistare alcune tra le sneakers più in voga di questa epoca, come Vans, Superga o Converse, ma anche personalizzarle a proprio piacimento: applicando una propria foto, colorandola nel modo che si preferisce, aggiungendo accessori e chi più ne ha più ne metta. Una strategia che consente di realizzare e mettere in commercio scarpe che, tendenzialmente, sono del tutto uniche, complice una nuova tecnica che permette di stampare direttamente sul tessuto delle scarpe. Attività che, grazie all’assenza di confini che caratterizza Internet, è in grado di spedire i propri prodotti letteralmente in ogni angolo del pianeta. Circa duemila le paia di scarpe vendute ogni anno.

Francesco, partiamo dall’inizio. Qual è il percorso professionale, tuo e di Stefania, che vi ha portato alla scelta di fondare 21shoes?

“Ho lavorato per una decina di anni in attività legate al mondo della grafica e della comunicazione e poi, qualche anno prima di iniziare l’avventura di 21shoes, sono entrato a fare parte di un’azienda legata al mondo delle calzature. Un segmento leggermente diverso da quello di 21shoes, ma che mi ha comunque permesso di iniziare a conoscere questo mondo. Stefania ha conseguito la laurea magistrale in sistema e comunicazione della moda, per poi lavorare per qualche anno come ‘cool hunter’, ovvero cacciatrice di tendenze, per alcuni marchi di abbigliamento”.

Fino ad arrivare a 21shoes.

“Sì, è la conseguenza naturale dei nostri percorsi. Essendo entrambi amanti del design e della moda, l’idea di poter creare qualcosa secondo le nostre idee, ma soprattutto secondo le idee di ogni singolo cliente, ci piaceva molto. Negli ultimi anni lo sviluppo di tecnologie flessibili per la stampa hanno finalmente reso possibile il nostro desiderio, e così siamo partiti”.

In cosa consiste esattamente questa realtà?

“Si tratta di un negozio online di sneakers. Trattiamo principalmente quattro marchi: Converse, Vans, Superga ed Espadrilles. Dalla scarpa di partenza elaboriamo i nostri design, o perfezioniamo quelli del cliente, per poi procedere con la stampa diretta sulla scarpa. Ma non solo: per avere un modello ancora più personalizzato, possiamo applicare le borchie, in vari stili e finiture, e per chi lo desidera creiamo un effetto ‘vintage’”.

Come detto, si tratta di un’attività commerciale completamente online. Come mai questa scelta?

“Avendo in catalogo più di 800 design, moltiplicati per tutte le taglie e per i vari modelli, le combinazioni sono tantissime. Lavorare online ci permette di creare il prodotto entro 24/48 ore dalla ricezione dell’ordine, avere un catalogo molto ampio e allo stesso tempo evitare decine di migliaia di scarpe a magazzino. Di contro, però, non possiamo fare affidamento sull’impatto emotivo che si ha toccando e osservando il prodotto dal vivo. Inoltre, il non poter seguire in maniera diretta la vendita come in un negozio fisico, è sicuramente un grosso limite dell’online”.

Internet vi permette di vendere più agevolmente in tutto il mondo. Come gestite questo elemento, soprattutto per quanto riguarda i fusi orari? Siete solo voi due o avete altri collaboratori?

“Per i fusi orari non abbiamo particolari problemi. Come detto, le scarpe vengono prodotte 24/48 ore dopo la ricezione dell’ordine. Questo margine di tempo ci permette di gestire al meglio la produzione secondo i fusi orari di arrivo degli ordini. In ogni caso, abbiamo sia collaboratori interni, che ci aiutano nella quotidianità, sia esterni che sono fondamentali per gestire i carichi dovuti alla stagionalità del prodotto”.

I Paesi più lontani in cui avete venduto?

“Spediamo le scarpe in tutti cinque i continenti ed è bello vedere come ogni zona del mondo ha gusti differenti in fatto di design. Abbiamo poi una cliente molto affezionata che in ogni stagione compra più di un paio di scarpe direttamente dalla Martinica”.

Avete parlato, però, anche di alcuni vantaggi dell’avere un negozio fisico. Prevedete la possibilità di uno sbocco verso uno store non virtuale?

“Diciamo che le idee sono tante. Questo 2020 ha rallentato un po’ i progetti, ma presto potrebbero esserci delle sorprese. Di più non posso dire!”.

A proposito di 2020: il Covid-19 ha in qualche modo toccato la vostra attività, nel bene o nel male?

“Come per tutte le attività, anche per noi il Covid-19 ha avuto un suo ruolo.

Da una parte tutto il settore calzaturiero ha avuto una forte contrazione dovuta principalmente al fatto che, avendo meno occasioni per uscire, molte persone hanno sentito meno la necessità di rinnovare il guardaroba e, quindi, anche le calzature, rimandando (si spera) al 2021 buona parte degli acquisti. D’altra parte, la corsa agli acquisti online ha visto per noi l’arrivo di nuovi clienti che prima si rivolgevano solo ai negozi fisici. Se, però, dovessi affermare che questo è stato sufficiente a compensare, direi una bugia”.