Ritrovarsi al cinquantesimo posto in graduatoria (ma eravamo al 77° nel 2006), dove le prime tre posizioni sono occupate da Islanda, Finlandia e Norvegia, su una lista di 144 paesi, nel Rapporto 2016 sulle differenze di genere redatto dal World Economic Forum (WEF) non è, per l’Italia, un grosso titolo di merito. Ancora meno brillante